Rieccomi a voi. E vi racconterò una storia.
Nel 1941 la SFV Ferrovia Roma-Fiuggi, dalla gestione commissariale governativa passava nella mani della Stefer, la quale un po' per cercare di uniformare la tipologia delle linee in gestione, ma soprattutto per potenziare la ex SFV sulla scia del successo ottenuto con la ricostruzione della Roma Nord, iniziò a ragionare su un progetto di trasformazione in linea a scartamento ordinario con penetrazione in sotterranea in città ed alcune semplici varianti lungo la tratta extraurbana (nel dettaglio non so quali potessero essere, ma si è sempre parlato di correzioni dei raggi di curvatura più stretti e alcune modifiche di tracciato nei tratti più complessi, presumo quindi l'attraversamento di Cave).
Teniamo conto che negli anni '40 la periferia est di Roma era ancora campagna. Centocelle era il limite urbanizzato più avanzato della città, il resto erano solo ville (la famosa Bella Villa del Governatore) e casali, oltre ai primi sobborghi abusivi.
Veniamo quindi a noi. il progetto prevedeva, entrando a Roma, che la nuova linea si distaccasse dalla vecchia all'altezza dell'attuale fermata Alessandrino, percorresse in rilevato (ancora rintracciabile a fianco di via Namusa) fino al fosso di Torrespaccata (non più esistente), breve trincea (esistente) e attraversamento del fosso di Centocelle (attuale via Togliatti). Subito dopo inizia l'area dell'aeroporto di Centocelle che veniva sottoattraversato con una lunga galleria leggermente in curva, trincerone fino a via di Centocelle e lungo tratto a livello di campagna fino a via degli Angeli. In questo tratto doveva sorgere una stazione a servizio di Torpignattara e del Quadraro (nella mia memoria di bimbo ricordo un fabbricato ora demolito che poteva essere una stazione, ma è un ricordo fumoso).
Oltrepassata via degli Angeli una prima galleria sottopassava via di Porta Furba, altra breve trincea e poi nuova galleria leggermente in curva per sottopassare i binari della Roma-Napoli, via del Mandrione e la Banca d'Italia fino a largo Bastia. Da largo Bastia il realizzato prosegue ancora per qualche centinaio di metri fino a via della Marrana con il cosiddetto camerone, un sarcofago in cemento costruito durante la lottizzazione dell'area per mantenere separata l'area "ferroviaria" dalle case (e che per un breve tratto ha permesso anche di costruire sopra la sede ferroviaria).
Il progetto aveva tre ipotesi terminali:
1. Capolinea sotterranea a Porta Maggiore, uno dei principali snodi tramviari della città (come la Roma Nord a piazzale Flaminio). La linea avrebbe passato in sotterranea il fascio merci di Tuscolana, gli acquedotti e dal circolo degli artisti avrebbe proseguito dritta sotto la Casilina fino a Porta Maggiore.
2. Capolinea sempre in sotterranea fino a San Giovanni con stazione terminale comune con le progettate ferrovie celeri dei castelli (percorrendo all'incirca l'attuale via Taranto)
3. Capolinea all'attuale fascio Laziali di Roma Termini. Ammetto di non sapere nel dettaglio come intendevano agganciarsi alla rete FS. Ipotizzo che dal camerone la linea avrebbe proseguito su via Otricoli, scavalcato la linea Casilina-Tiburtina e passato l'acquedotto, raccordata alla Roma-Napoli. Ma con la fantasia dell'epoca sarebbe stato ipotizzabile di tutto, anche un sottoattraversamento del fascio merci Tuscolana e un collegamento alla Roma-Pisa.
I lavori iniziarono lentamente
tra il 43 e il 45, ma il vero boom ci fu tra il 47 e metà anni 50, quando per dare lavoro agli sfollati e agli immigrati (specie abruzzesi) che arrivavano in città si decise di portare avanti il progetto, parallelamente con le linee celeri dei castelli. Vennero pertanto completate tutte le infrastrutture, gallerie, sovrappassi, trincee, rilevati, per poi interrompere il tutto e concentrare sforzi e soldi sulla costruzione della linea A.
Nel frattempo la Roma-Fiuggi riaperta dopo i danni della guerra, riceveva consistenti finanziamenti per il rinnovo del materiale rotabile e per l'adeguamento della tratta extraurbana, anche in vista delle Olimpiadi del '60, mantenendo le sue caratteristiche ferrotramviarie a scartamento ridotto.
Pertanto la "metropolitana fantasma" cadde completamente nell'oblio. Le gallerie murate o riutilizzate come fungaie, trincee e rilevati inglobati nella città che cresceva e soltanto un ricordo dei più anziani. Oggi è una traccia nella città di cui si sa poco o niente. Solo leggende metropolitane su un'ipotetica "metropolitana del Duce" che ha poco a che fare sia con l'uno che con l'altra cosa...
Questa la cartina con il tracciato del percorso realizzato.
- Modificata parte della datazione dei lavori. Ricerche recenti confermano che a fine maggio 1944 nessun cantiere era stato avviato