L'estate del 2012 è arrivata e con essa la voglia di andare un po' a spasso fuori dall'Italia.
Le idee sono tante, vorrei andare di qua, no di là è meglio, ma alla fine decido di ritornare su zone già viste alcuni anni fa.
All'inizio una idea prevedeva di fare un giro verso la Spagna, ma la stagione estiva non è la più adatta per viaggiare in bici in zone calde.
Un amico era intenzionato ad aggregarsi, per questa volta non è stato possibile, chissà che leggendo il resoconto non gli venga la voglia di "osare".
Così decido di girare un po' la Germania nella Turingia meridionale, zona di Sonneberg, per poi spostarmi verso Praga dove degli amici si recheranno verso la metà di agosto.
Il tempo è sempre brutto, specie a nord delle Alpi, così di rinvio in rinvio siamo già ad inizio agosto e ancora non mi decido.
E' già tutto pronto per la partenza quando giunge la notizia del nubifragio che ha devastato la zona del Brennero, bloccando strada e ferrovia; e pensare che inizialmente avevo deciso di partire proprio per quel giorno, ma un'occhiata alle previsioni meteo mi aveva sconsigliato di partire.
Meno male, però il tempo passa, mentre il meteo migliora, ma le nitizie indicano che sia la Pusteria sia il Brennero sono chiusi al traffico ferroviario.
La mattina del 6 agosto salgo sul treno per Calalzo, farò come al solito, ciclabile ex SFD fino a Dobbiaco e poi si vedrà.
La bici è la solita, nessuna modifica rispetto allo scorso anno, a parte la sostituzione del movimento centrale che aveva esalato l'ultimo respiro sulle colline della Turingia.
Il bagaglio è quello usuale, stavolta parto un po' più leggero avendo lasciato a casa alcune cose non necessarie, la bilancia si ferma un po' sotto i 20 kg tutto compreso.
Tutto compreso vale a dire che c'è anche l'attrezzo per prendere i particolari "souvenirs" che spero di trovare dove li avevano dimenticati.
Per quanto la ferrovia per Calalzo sia considerata un ramo secco, per quanto l'associazione per delinquere che gestisce politicamente e materialmente il trasporto ferroviario si dia da fare per rendere il treno sempre meno utilizzabile, a bordo non siamo in pochi e non sono l'unico in bicicletta.
Se solo... ma questo lo vedrò in Germania e in Cechia, non certo qui da noi.
Visto che le prospettive di viaggio non sono tanto favorevoli e che vorrei arrivare più in su possibile, tiro dritto fino a Dobbiaco.
La ferrovia della Pusteria funziona, non ci sono ritardi, così prendo il treno per Fortezza.
L'alternativa sarebbe quella di scendere a Lienz, Spittal, traversare i Tauri e scendere verso Salisburgo per raggiungere Monaco; troppo lunga.
Questa volta ho rischiato. Il fondo della ciclabile è bello regolare, la pendenza mai eccessiva, così verso Cimabanche riesco a correre un po' quando la pendenza diminuisce.
Ma non ho fatto bene i conti con le recenti piogge, una pozzanghera apparentemente innocua si rivela una trappola.
La gomma liscia, il notevole peso della bici, la velocità, il fanghetto che è come il sapone... difficile tenere 35 kg di bici che decidono di andare dove vogliono, in un attimo sono a terra.
Nemmeno iniziate e già a rischio... per fortuna ho solo una piccola sbucciatura al ginocchio, cadendo la bici è andata da una parte e io dall'altra, uno strappo alla maglia dove c'è la fascia del cardiofrequenzimetro, le borse sono ancora attaccate e la borsa della macchina fotografica è inzaccherata.
Niente di rotto, tutto a posto per fortuna!
Alla prima fontana utile mi do una lavata, la polvere impalpabile di dolomia è diventata cemento e sono più bianco che altro.
A Fortezza trovo la buona notizia. A due giorni di distanza dal disastro la ferrovia è stata riaperta, quindi al Brennero salirò in treno.
La vista dal treno non è delle più piacevoli, già prima di Vipiteno si capisce che le proporzioni del disastro sono notevoli.
Acqua e detriti sono dappertutto, le foto sono eloquenti.
Qui siamo tra Vipiteno e Colle Isarco.
Dal Brenero a innsbruck la ferrovia è chiusa, si sta lavorando al rinnovo totale del binario.
Poco male, è tutta discesa e questo era nei programmi.
Una curiosità: devono lavorare su un elettrodotto, stanno montando una protezione costruita con pali di legno.
Dalle nostre parti non si lavora più così, siamo noi troppo moderni o sono loro arretrati?
Oppure, pragmaticamente, questa è la soluzione più rapida ed economica per risolvere il problema?
Il Ponte Europa, per una volta riesco a vederlo da sotto con il bel tempo.
A Innsbruck riprendo il treno, arriverò a Monaco in serata.
Ma prima bisogna dare una sbirciatina a questa locomotiva...
Dopo cena torno in stazione per fare il biglietto per l'indomani, ho deciso che prenderò un treno fino a Hof e da lì via in bici verso le colline della Turingia.
1/ continua.