Preistoria.

Spazio dedicato agli argomenti riguardanti le ferrovie italiane in generale

Messaggioda Macaco » 27/09/2012, 11:35

Negli anni trenta del XIX secolo, mentre alcune potenze finanziare del tempo sponsorizzavano le nascenti ferrovie, fiutandone cospicui guadagni, c'erano parecchie voci contrarie alla loro diffusione.
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... l'Austria , l'impero più energicamente reazionario del tempo, considerava le carrozze senza cavalli poco meno pericolose del socialismo...
... tuttavia non poterono passare sotto silenzio l'ostilità diffusa persino nella liberale Inghilterra contro i mostri fumanti. In alcune contee inglesi un postiglione a cavallo doveva precedere di cinquanta metri la locomotiva per avvertire la popolazione, con grida e suoni di tromba, dell'avvicinarsi dell'abominio. Per i nobili, innamorati dei loro cavalli, i treni erano da tutti i punti di vista una spaventosa scocciatura...
...il duca di Wellington, osservava che le strade ferrate sarebbero servite a incoraggiare le classi inferiori ad andarsene in giro senza necessità...
... Il servizio delle poste imperiali impose al barone Rothschild una clausola con cui questi si impegnava al rimborso dei danni se i suoi mostri di ferro avessero divorato una parte troppo cospicua delle poste dello stato...
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...continua...
Gaetano.
Scusatemi. Io appartengo al passato delle FS. Non sono ingegnere e sono contrario al cazzeggio...ferroviario.
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Messaggioda Macaco » 27/09/2012, 12:59

... Ma esisteva anche un pubblico più ottuso. Se le ferrovie avevano incontrato una certa resistenza in Inghilterra, in Austria provocarono un'autentica rivolta dell'opinione pubblica. Fu un coro di maledizione contro l'uomo che voleva imporre la diabolica invenzione del diciannovesimo secolo ad un tranquillo paese del diciottesimo. I giornali di Vienna si riempirono di terrificanti profezie e dei pareri di esperti che dimostravano la follia del progetto (delle ferrovie) di Rothschild. Il sistema respiratorio umano, dicevano, non poteva resistere a una velocità superiore ai venticinque chilometri orari: i polmoni si sarebbero afflosciati, gli organi della circolazione sarebbero andati fuori posto, il sangue sarebbe uscito dal naso, dagli occhi, dalle orecchie e dalla bocca dei viaggiatori. Ogni tunnel lungo più di sessanta metri avrebbe soffocato tutti i viaggiatori in tutte le carrozze: il treno sarebbe uscito dall'altra estremità della galleria senza conducente, una sorta di gigantesco carro funebre che una cieca furia avrebbe distrutto ogni cosa al suo passaggio. Nessun passeggero si arrischiasse a un viaggio senza portarsi dietro il medico personale, che avrebbe potuto intercedere presso il macchinista perchè riducesse la velocità.
Dottori d'ogni genere si prodigarono per mettere in guardia il pubblico. Allarmatissimi erano i cosiddetti neurologi; secondo i loro articoli, la psiche umana, già sovraffaticata dai troppi stimoli della vita moderna, non avrebbe retto allo sforzo dei viaggi in ferrovia. La velocità della macchina avrebbe potuto spingere gli uomini al suicidio, le donne si sarebbero abbandonate ad orge sessuali ; rapporti dall'Inghilterra riferivano che passanti inconsapevoli erano impazziti alla sola vista d'uno di quei rombanti e fumanti serpenti d'acciaio....

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Questo si legge nel saggio: I famosi Rothschild - di Frederic Morton - Rizzoli -1966 - Capitolo "Al governo dell'Europa" - Paragrafo "La follia della strada ferrata" - Pagine 95,96,97.
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Oggi possiamo anche ridere di quelle idee...ma i nemici della ferrovia non sono scomparsi del tutto. Mettono in campo altre tesi ostative, magari più concrete, che servono purtroppo a fermare il treno.

Cosa ne pensate?

Dite liberamente la vostra. Siamo pur sempre in un "bar". Non stiamo mica in uno di quei forum ferroviari pieno zeppo di esperti, ingegneri ed appassionati ferratissimi o di animosi di fanta-ferrovia.
Gaetano.
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Messaggioda ALn668.1207 » 27/09/2012, 19:42

Si, i tempi son cambiati e quelle argomentazioni suonano come bizzarre e pretestuose alla luce di come vanno le cose oggi, perlomeno per le ferrovie nella pacifica e tranquilla Austria.

Ma... ma sono cambiate le argomentazioni più che la mentalità umana, che spesso rimane contraria a questa o quella "novità" con motivazioni che poco hanno di ragionevole.
Che si tratti di ferrovia, strada, telecomunicazioni o energia.

Mi auguro anch'io che questo bar resti com'è, tranquillo e libero di discutere, possibilmente senza che nessuno pretenda di imporre la propria idea (che si diceva? poco è cambiato da allora) e guai a chi la pensa diversamente, come purtroppo ho sperimentato in un altro "circolo" non più tardi di una settimana fa.
Paolo
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Messaggioda Giovanni Fvm » 27/09/2012, 21:06

Cosa ne penso?
Sono 12 anni che assieme alla Associazione di cui faccio parte combatto contro persone che dicono le stesse cose di questi signori dell'800 ma aggiornate ai tempi moderni. Le persone contrarie alla ferrovia Fano Urbino per cui mi batto sono simili a questi preistorici.
Così i tempi passano da 1 ora e dieci reale che impiegava un treno di allora a 1 ora e 50 nei loro ricordi, i passaggi a livello di una linea passano dai 55 reali a circa 300 (dati del consiglio regionale marche) con tempi di chiusura anche di 30 minuti a detta loro. Escono articoli di giornale secondo i quali sarebbe impossibile inviare più di un treno alla volta sulla linea perché essa è a "monorotaia". Altri ancora affermano che il treno in quanto diesel inquinerebbe la valle. Per non parlare della salvifica ciclabile che secondo i suoi sostenitori attirerebbe in media 500 ciclisti all'ora (roba da ERTMS montato sulla bici).
E io che assieme ad altri soci ed amici, in un progetto, cercavo di guadagnare 2 minuti sui tempi di percorrenza allargando qualche curva... che pazzo che devo sembrare a questa società.

La differenza è che i "preistorici" di oggi, per ora, stanno avendo la meglio. Nell'800 alla fine la ragione ha preso il sopravvento ma non so se oggi siamo più in grado di valutare le cose con quella obiettività.
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Messaggioda E 44 » 09/10/2012, 18:58

Il problema in Austria nasceva dal fatto che prima Metternich e poi Francesco Giuseppe vedevano nella modernità un pericolo per l'ordine costuito. Ma poi Francesco Giuseppe si rassegnò, accettò le innovazioni pur restando personalmente contrario (ma poi si rese conto che in treno viaggiava più veloce che in carrozza). A metà anni cinquanta dell'Ottocento lo stato decise di impegnarsi con le ferrovie, poi però a causa di una bancarotta l'iniziativa passò ai privati, e infine verso il 1875 lo stato si impegnò seriamente e nacquero le KKStB e le MAV.
Paolo
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Messaggioda Giovanni Pighini » 09/10/2012, 19:15

In Ungheria il re (titolo ricevuto dopo la pacificazione del 1867) si fece fare una sala d'aspetto reale sia alla stazione Ovest di Budapest, sia a Gödöllö dove c'era la sua residenza (in un sontuoso castello), oltretutto per rendere più breve il percorso a Budapest fu realizzato un "raccordo reale" tra la linea in uscita dalla stazione Ovest e la linea di Gödöllö (che infatti entra nella stazione Est!). Bell'ipocrita Ceccopeppe!
Giovanni
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 09/10/2012, 22:25

Come si vede, anche nell'impero austroungarico c'era chi sfruttava le situazioni di privilegio.
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