Strano accessorio degli E.428

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Messaggioda freelancer » 09/12/2012, 20:30

So da tempo che le E.428 furono dotate di un dispositivo per aumentare il peso aderente, consistente in due pistoni che caricavano parte della massa del mezzo verso il centro anzichè verso i perni dei semicarri (che si trovavano circa sotto le cabine).
Quello che non ho capito (ho trovato notizie solo nella monografia Elledi) è come venisse attivato questo aggeggio e se fosse presente davvero su tutte le macchine.
Era automatico o manuale? Entrava cioè in funzione appena si dava tensione e si disinseriva arrivati ad un altro livello di alimentazione motori o era manuale il macchinista aveva un comando separato e poteva fare uso di questo dispositivo secondo necessità?
Le E.428 ancora funzionanti (quante sono?) lo hanno ancora?

Per farsi una risatina e dimostrare quanto sono "fuori di testa" :geek: : mi sono ricordato di questo dispositivo quando ho visto casualmente un telefilm della serie CSI-Miami in cui un'auto dotata di un sistema simile (alzava le sospensioni posteriori) veniva usata come arma del delitto! A quanti può esser venuto in mente l'E.428? :lol:
Paolo
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 11/12/2012, 9:49

428.jpg


Come vedi da questo disegno tratto da uno schemario del 428, il sistema per aumentare il peso aderente è montato al centro della cassa. Uno per ogni semitelaio. Tutti i 428 hanno avuto questo dispositivo fin dalla nascita e serviva a scaricare il peso al centro alleggerendo quello sui carrelli portanti. Sono due cilindri-freno da 10" comandati ad aria compressa, collegati alla condotta generale. L'attivazione avviene dal banco di manovra mediante un pulsante che attiva una elettrovalvola. Il pulsante è direttamente collegato alla spia verde che indica la serie dei motori, pertanto questo dispositivo può essere inserito solo quando i motori sono posti in serie e rimane attivo fino a ché viene tenuto premuto. Passando alla serie-parallelo e al parallelo, il dispositivo non può più essere inserito e l'elettrovalvola scarica l'aria contenuta nei cilindri nell'atmosfera.
E' assolutamente vietato ;) usare il dispositivo sugli scambi a causa dell'impatto che crea sul peso assiale.
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Messaggioda fas » 11/12/2012, 18:56

Molto interessante, non ne avevo mai sentito parlare.
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Messaggioda ALn668.1207 » 11/12/2012, 21:06

Interessante.
Soprattutto riflette la concezione arcaica di questo mezzo, con uno schema mutuato dalle locomotive a vapore.
Solo che nelle locomotive a vapore gli assi sono accoppiati per cui la coppia motrice è ripartita in modo uniforme e un asse da solo non può slittare (ma la sospensione di ciascun asse deve essere regolata per uniformare il carico), mentre nel 428 gli assi sono indipendenti e se uno è meno caricato dell'altro lo slittamento è assicurato.
Un rimedio insomma, per ovviare ad un problema congenito.
Tant'è che me lo immagino quando arrivò l'E.636 a carrelli, al confronto la poteva condurre persino un bambino.
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Messaggioda Giovanni Pighini » 12/12/2012, 10:38

Incredibile!!!!
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Messaggioda freelancer » 16/12/2012, 21:30

Giancarlo Giacobbo ha scritto:E' assolutamente vietato ;) usare il dispositivo sugli scambi a causa dell'impatto che crea sul peso assiale.

La faccina vuol dire che lo usavano lo stesso? ;)
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 16/12/2012, 23:50

Da quanto mi è stato detto, per i macchinisti l'importante era rispettare l'orario, quello di preoccuparsi dei danni che si potevano arrecare agli scambi o alla linea erano secondari. C'era poi chi creava collegamenti volanti per far funzionare il sistema anche nelle altre combinazioni. :mrgreen:
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Messaggioda freelancer » 13/01/2013, 22:59

Della serie: In Italia le norme non si applicano ma si interpretano. :mrgreen:
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Messaggioda sincrono » 13/06/2014, 23:07

Il dispositivo era pochissimo efficace e, una volta, mi fu persino deleterio. In uscita da Milano C.le in direzione di Torino, con 428 3° serie, in testa ad un diretto proveniente da Venezia mi capitò questo caso. Ero arrivato da Torino con un 646 che mi venne sostituito per questioni di turno locomotiva e mi venne assegnato, appunto, un 428. Già alla partenza, mi resi conto che la macchina aveva una certa tendenza allo slittamento "facile", situazione aggravata da una leggera pioggerellina. Chi conosce l'impianto di Mi cle, saprà che per uscire verso Torino bisogna percorrere un'ampia curva che porta verso il triplo bivio Seveso. Ebbene, digrinando i denti ero riuscito a raggiungere i fatidici 30km/h in uscita, ma come ho impegnato il curvone, il 428 iniziò a slittare in maniera incontrollata al 1° asse senso marcia e premendo il pulsante citato, la situazione peggiorava. Neanche con le sabbiere e un aiuto del moderabile riuscii a controllare lo slittamento che mi portò alla fermata. Provai ad escudere la coppia di motori dell'asse interessato ma a questo punto slittavano gli altri assi. Dovetti farmi spingere da una macchina di manovra fino alla fine dell'ampia curva. Per farla breve, tribolai fino a Torino, anche se in misura minore visto che aveva smesso di piovere. Naturalmente inviai la loco in officina e seppi che il giorno prima era stato sostituito un asse motore (proprio quello) ma la sospensione non era stata regolata a dovere e l'asse risultava scaricato di qualche ton. Il dispositivo anzichè aiutarmi, peggiorava la situazione e meno male che il treno non era pesante, altrimenti avrei dovuto richiedere la sostituzione della loc.
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