da Macaco » 26/12/2011, 12:20
Quando me l'hanno segnalato ho subito pensato: "Toh! un altro forum ferroviario. Possibile che ci siano tanti "patiti" dei treni. Il Titolo, poi, tutto un programma. Chiacchiere a ruota libera". Però mi ci sono fiondato subito e mi sono iscritto e con sorpresa (mica poi tanta) vi trovo utenti gia noti. E' pur vero che il Don ha frequentato varie parrocchie e la memoria ancora non falla, però desidererebbe che questo forum più che un "bar della rotaia" potesse diventare un "Dopolavoro ferroviario". Un luogo aperto non solo ai ferrovieri, ai cultori della tecnica ferroviaria, ai ferroamatori (più o meno ferrati) ma anche a semplici utenti che desiderano scambiarsi notizie, pareri ed idee sul vasto mondo ferroviario. Allo stesso come un parroco girovago ritrova utenti fedeli nelle varie parrocchie così il Don vorrebbe ritrovare anche qui Chierichetti, Diaconi e magari anche un Vescovo. Ma quello che si desidererebbe di più è il "clima". Appunto quello festoso, familiare, spesso un poco chiassoso, ma sempre animato da discussioni che mai debordano dai canali di un civile scambio di pareri e, soprattutto, senza mai arrivare a livelli così bassi sino ad arrivare all'insulto personale. In particolare non vorrei che si creassero delle situazioni viste altrove.
Quando frequentavo di più i bar ve ne era uno il cui proprietario e gestore proprio non mi andava giù. Per il suo agire, per le sue idee e per il modo quasi "barbaro" di fare uno schifoso caffè. C'erano anche diversi avventori di quel locale che non mi ispiravano troppa simpatia. Però,nonostante tutto, in quel bar ci andavo spesso perché era il luogo dove trovavo i miei amici più cari. Compagni di lavoro, ex colleghi, giovani ed anziani con cui condividevo passioni, idee e passatempi. Il barista, che incontravo anche in altri ambienti, lo ignoravo volutamente. Qualche volta anche quando meritava di essere mandato...educatamente... a quel paese.
Ecco, è proprio quella situazione che, a lungo andare, determina (o potrebbe determinare) l'allontanamento volontario dei frequentatori, anche di quelli più affezzionati e tolleranti.
E' ovvio che il "clima" non viene creato solo dal "Gestore del Bar". Tutto e tutti determinano un buon clima. A cominciare dagli "avventori stessi". Non basta un arredamento adeguato, caldi e vivi colori delle pareti, una accoglienza simpatica, la "genuinità" e la "bonta" di quanto viene servito. Molto dipende anche dall'occhio vigile di chi sovraintende al buon andamento di tutto "l'ambaradan". Ma è anche di vitale importanza l'oculata scelta dei collaboratori di gestione. E' assurdo accentrare in solo due mani la gestione del "Bar". Anche disponendo di normali capacità mentali e di notevole disponibilità di tempo nessuno, credo, (per quanto esperto e decisionista un manager possa essere) riuscirà a monitorare la diuturna sorveglianza ed assistenza dell'attività. Delegare e dare fiducia ai collaboratori, coinvolgendone la personale responsabilità, è una delle prerogative essenziali di un vero capo.
Scusate per l'omelia. L'eperienza pastorale mi ha spinto ad esternare queste considerazioni.
Gaetano.
Scusatemi. Io appartengo al passato delle FS. Non sono ingegnere e sono contrario al cazzeggio...ferroviario.